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Fu ucciso per errore, la Procura chiede 18 anni per il killer

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 08:55

BARI – Giuseppe Di Terlizzi, 33enne operaio barese, fu ucciso per errore mentre usciva da una discoteca per tornare a casa. Oggi, 15 febbraio, il pm della Dda, Giuseppe Maralfa, ha chiesto una condanna a 18 anni di carcere per il suo presunto assassino,  il 38enne Cosimo Magaletti, ritenuto dagli investigatori vicino al clan Strisciuglio. L’omicidio avvenne il 10 aprile del 2011 all’esterno del locale “H25”, nonostante l’omertà che rese difficile il lavoro degli inquirenti la squadra mobile diretta da Luigi Rinella è riuscita a ricostruire quanto accaduto quella terribile notte. La richiesta di condanna è stata fatta al termine della requisitoria nell’ambito del processo con rito abbreviato che si sta celebrando dinanzi al gup Antonio Diella. Nel processo sono costituiti parte civile i familiari della vittima e il Comune di Bari, che hanno chiesto un milione di euro ciascuno come risarcimento danni, con 500mila euro di provvisionale. La sentenza è attesa per il prossimo 4 aprile. Stando alle indagini della Mobile, Di Terlizzi fu colpito alla testa da un proiettile vagante esploso dopo una violenta lite  nata tra due gruppi di giovani all’esterno della discoteca. Tutto sarebbe cominciato il pomeriggio del 10 aprile con un battibecco per una ragazza sul social network Facebook. Dalle offese “virtuali” poi la discussione sarebbe degenerata con l’incontro casuale in discoteca e con l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco. Di Terlizzi non aveva nulla a che fare con quei due gruppetti ma ebbe la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Fu ucciso per sbaglio, il vero obiettivo sarebbe stato un presunto affiliato al clan Mercante del quartiere Libertà, anche lui armato di revolver, che pochi istanti prima avrebbe tentato di sparare altri colpi contro un ragazzo dell’opposta fazione. Il tentativo fallì poichè l’arma si inceppò.

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