BARI – L’omicidio di Gianluca Corallo, avvenuto domenica 7 febbraio, e il grave ferimento del 29enne Giuseppe Drago hanno un unico filo conduttore: una faida interna al clan Strisciuglio nel rione San Pio. Questa è l’ipotesi degli inquirenti che, pur non escludendo altre piste investigative, ritengono che non sia in corso un attacco “esterno” da parte di un’altra cosca, bensì una guerra fratricida. Ex amici diventati improvvisamente nemici per questioni legate al controllo dello spaccio di droga nell’ex rione Enziteto. La squadra mobile diretta da Luigi Rinella, tra domenica e oggi, ha eseguito una decina di perquisizioni e 3-4 stub, l’accertamento che solitamente viene eseguito per individuare sul corpo o sugli abiti eventuali tracce di polvere da sparo. Sono stati ascoltati anche diversi testimoni e, per ora, sembra prevalere l’ipotesi della faida. Resta da capire se qualcuno ha provato a vendicare l’assassinio di Gianluca Corallo oppure se il ferimento di Drago fa parte del piano di eliminazione di un sottogruppo del clan Strisciuglio. Corallo e Drago, in passato, sono stati “alleati”, ma gli investigatori prendono in considerazione anche la possibilità che l’amicizia si sia rotta nelle ultime settimane. Intanto, il 29enne Drago è stato operato nell’ospedale San Paolo, il ragazzo è stato ferito domenica sera alla spalla con un solo colpo di pistola. L’uomo è stato colpito in via della Solidarietà, poi ha raggiunto a piedi via dell’Amicizia dove è stato soccorso. Nel ferimento potrebbe essere stato utilizzato un revolver. Gli investigatori non hanno infatti trovato bossoli.
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