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BARI – Da giorni presidiano il palazzo del Comune per chiedere aiuto al sindaco Antonio Decaro. Sono i “raccoglitori” ambulanti di materiale ferroso, obbligati dal Governo a dotarsi di un formulario e di partita Iva per continuare a svolgere la loro attività. Decaro ha più volte ascoltato le loro istanze: i lavoratori lamentano un aumento dei costi insostenibile rispetto al guadagno giornaliero. Per questo il primo cittadino ha scritto al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti proponendo al Governo la modifica della legge. “Tali ‘raccoglitori’ – scrive il sindaco – sono privi di qualsiasi sostegno reddituale e provvedono con la loro attività a percepire il minimo indispensabile per la propria sopravvivenza e quella dei loro familiari. Gli stessi, non avendo titoli di studio o disponibilità economiche per ottenere l’autorizzazione prevista per il formulario necessario al trasporto rifiuti, sono costretti a vivere di espedienti”. Decaro evidenzia che “non deve essere sottovalutata l’utilità del servizio sociale che i ‘raccoglitori’ svolgono, ripulendo il suolo cittadino e le campagne da rottami che, altrimenti, resterebbero abbandonati e che, invece, grazie alla loro raccolta, entrano nella filiera del recupero con importanti ricadute anche a favore dell’economia nazionale”. “Sul tema – aggiunge – ho sentito anche altri miei colleghi sindaci che hanno condiviso l’esigenza di un intervento normativo finalizzato alla modifica del collegato ambientale”. Decaro ha quindi chiesto al ministro l’eliminazione dell’articolo che prevede l’obbligo di partita Iva, ma solo per i rottami ferrosi e non ferrosi, lasciando fermo il riferimento al rame, al fine di punire chi commette reati come il furto dei cavi.
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