BARI – Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, i conservatori e riformisti come si schierano sulla querelle legata al ddl Cirinnà?
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“Sia chiaro: le unioni tra persone dello stesso sesso e le convivenze tra eterosessuali meritano il massimo rispetto e hanno diritto ad una regolamentazione giuridica che in verità per molta parte è già fornita dal codice civile. Ma questo non può declinarsi in una omologazione illegittima del matrimonio che apre ad un discutibile diritto alla genitorialità, magari ottenuta con pratiche aberranti e che considero umilianti innanzitutto per la dignità della donna, oltre che un vero e proprio attentato alla tutela della maternità, come l’utero in affitto”.
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Sulle adozioni?
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“Il tema delle adozioni non può che essere trattato nell’ambito specifico che le compete. E proprio perché consapevole della importanza del riconoscimento dei diritti civili, di tutti, non posso certo girare la testa dall’altra parte e ignorare quelli dei bambini a crescere in una famiglia con un padre e una madre e ad avere ogni tutela che li preservi dal diventare puro oggetto di desiderio degli adulti. Né posso ignorare il valore della famiglia naturale formata da un uomo e una donna, quale nucleo fondante della nostra società attraverso l’istituto del matrimonio, come sancito – e non a caso – dai nostri Padri Costituenti. Ritengo che il diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma venga prima e sia prevalente su qualsiasi altro.
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Muovete quindi al disegno di legge Cirinnà obiezioni giuridiche e culturali?
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La verità è che questo non è il ddl sulle unioni civili. In realtà, con questa normativa che si sovrappone all’art. 29 della Costituzione e riprende alla lettera le formule che il codice civile adopera per disciplinare il matrimonio, si tenta la strada della scorciatoia lessicale per nascondere un vero imbroglio che io credo non possa proprio essere tollerato in un Paese democratico. Per due motivi. Il primo è che non si può cambiare la Costituzione come si vuole, facendo finta che non lo si fa e sovvertendo le regole del confronto democratico, evitando la discussione in Commissione, come previsto dalla Carta. E per questo ho fatto ricorso per conflitto di attribuzione, insieme ad altri colleghi, alla corte Costituzionale che, tra l’altro, si è già pronunciata negativamente sia sulla interpretazione estensiva della disposizione relativa all’art. 29 sulla famiglia. Il secondo motivo è che chi vuole cambiare la Costituzione deve avere il coraggio di dire ai cittadini che intende stravolgere il significato profondo del matrimonio, della famiglia, dell’adozione e della procreazione.
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Quindi, non solo in coscienza, ma anche nel pieno rispetto del dettato costituzionale, sono assolutamente favorevole al riconoscimento delle unioni civili con esclusivo riferimento alle formazioni sociali previste dall’art. 2 della Costituzione. Ma dico chiaramente “no” alle norme che modificano l’istituto della famiglia fatta di unione tra uomo e donna, alle adozioni da parte di coppie omosessuali, no alla maternità surrogata, alla cui pratica questo ddl apre un’autostrada”.
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@waldganger2000