BARI – Avevano il compito di accertare e riscuotere i tributi per conto dei Comuni, ma i soldi delle tasse pagate dai cittadini, anziché versarli nelle casse degli enti pubblici, li avrebbero usati per acquistare palazzi antichi e laboratori. Così, in circa tre anni sarebbero svaniti due milioni e mezzo di euro. Con l’accusa di peculato continuato, la guardia di finanza ha arrestato e posto ai domiciliari Giuseppe Donato e Mario Colapinto, padre e figlio di 62 e 35 anni, ritenuti amministratori di fatto della società Cerin di Bitonto (Bari). L’azienda, sin dal 2010, si occupava di incassare i tributi (Ici, Tosap e Tarsu, ad esempio) di 18 paesi, tra questi Modugno, Grumo Appula, Santeramo, Binetto, Toritto, oltre a Melendugno, Mesagne, Francavilla Fontana, Massafra, Ascoli Satriano, Montecastrilli, Popoli, Ururi, Ciriè, Bisignano, Mariglianella, Pecognaga e Gazzaniga. L’indagine – coordinata dal procuratore aggiunto, Lino Giorgio Bruno, e dal pubblico ministero, Marco D’Agostino – non è ancora chiusa, la Procura di Bari, infatti, ora sta svolgendo degli approfondimenti sull’operato degli uffici comunali che avrebbero dovuto vigilare. Dure le parole del procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe: “Il compito dei Comuni – dice – dovrebbe essere un maggiore controllo piuttosto che l’aumento delle aliquote dei tributi. Le attività preventive attengono alla politica”. E’ lo stesso procuratore ad annunciare che l’indagine prosegue per verificare “anomalie e perplessità sulle forme di controllo esercitate dagli uffici comunali”. Il presunto sistema truffaldino organizzato dai due indagati ruotava attorno alla creazione di società – quasi tutte “scatole vuote” – in cui venivano fatte confluire le somme di danaro di cui si sarebbero indebitamente appropriati. Con parte di quei soldi, sempre secondo la guardia di finanza, gli arrestati avrebbero acquistato diversi immobili di pregio, fra i quali l’ex convento di Bari-Santo Spirito, l’istituto pontificio delle maestre pie Filippini, che stavano ristrutturando per trasformarlo in un albergo, la lussuosa Villa Longo di Bari-Palese, un laboratorio artigianale a Statte e un altro locale a Bitonto. Ieri mattina è scattato il blitz, i militari hanno sequestrato beni immobili per un valore complessivo di cinque milioni di euro. L’operazione, denominata “Cornucopia”, è cominciata due anni fa, quando gli investigatori hanno scovato alcune presunte irregolarità nella gestione della società dei Colapinto. Fino ad oggi gli accertamenti fiscali condotti dalla guardia di finanza hanno consentito di ipotizzare una distrazione di somme (tributi riscossi ma ancora non versati nelle casse dei Comuni) per circa 15 milioni. Basti pensare che, solamente tra il 2010-2012, Cerin ha raccolto 3 milioni e 188mila euro dai residenti di Bitonto, ma la somma – secondo quanto sostiene l’accusa – non sarebbe stata ancora versata nelle casse comunali.
Intascavano le tasse riscosse per i Comuni Arrestati padre e figlio
Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 08:53
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