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Sanità, 183 posti letto in più a Bari e provincia. Ecco tutte le novità per ogni ospedale, 440 milioni alla medicina territoriale

Pubblicato da: Vincenzo Damiani | Mer, 22 Marzo 2023 - 12:13

Dopo la bocciatura in commissione Sanità, oggi la giunta regionale di Michele Emiliano ha varato il nuovo piano di riordino ospedaliero. Il governo regionale ha “premiato” la provincia di Taranto, martoriata dall’inquinamento e da un aumento oltre la media regionale e nazionale dei casi di tumore. Complessivamente, la provincia di Bari vede un incremento di posti letto pubblici di 183 unità, ma se il Policlinico e il Di Venere vedono lievitare i loro posti letto (+98 e +25), il San Paolo deve far fronte ad una contrazione (-19). In totale, in tutta la provincia, si passa 2.697 posti letto a 2.880. Complessivamente, aumentano, seppure di poco, i posti i letto in Puglia: il nuovo piano di riordino ospedaliero prevede una dotazione di 13mila e 150 unità, circa 150 in più rispetto alla “vecchia” versione bocciata dalla commissione Sanità.rnrnL’ospedale pediatrico Giovanni XXIIIrnrnAll’ospedale pediatrico Giovanni XXIII verrà potenziata la cardiochirurgia (+6 posti letto), la chirurgia pediatrica (+2), l’ortopedia (+2), la terapia intensiva (+4).”Il Pediatrico non sarà più succursale del Policlinico, ma diventerà un centro di eccellenza, avrà il ruolo di hub e bloccheremo la mobilità passiva verso il Gaslini di Genova e il Bambin Gesù di Roma. L’ospedale diventerà un posto ambito per i migliori medici”, commenta EmilianornrnL’OncologicornrnL’istituto Oncologico Giovanni Paolo II  vede un incremento del 30% della sua dotazione assistenziale: è prevista dal piano l’attivazione della chirurgia toracica (+16 posti letto), della chirurgia plastica (+6) e dell’urologia (+8)e viene potenziata la ginecologia (+4)per completare l’offerta di chirurgia oncologica. Viene inoltre significativamente incrementata la dotazione dell’oncologia (+20) per dare spazio all’oncologia interventistica.rnrnDi Venere, San Paolo e gli altri ospedali della provinciarnrnIl potenziamento più significativo riguarda il nuovo ospedale della Murgia (+ 81 posti letto, +55%) con l’inserimento della neonatologia (+8), della neurologia (+15), dell’oculistica (+4)dell’oncologia (+4), dell’otorinolaringoiatria (+10), della riabilitazione funzionale (+8), dell’UTIC (+4), dell’urologia (+10); nonché del potenziamento dell’ostetricia e ginecologia (+6), della terapia intensiva (+4).rnrnL’ospedale Di Venere perde la neurochirurgia ma vede comunque un incremento di posti letto (+25), con l’attivazione delle malattie infettive (+12), della pneumologia (+15) e della psichiatria (+15).rnrnL’ospedale San Paolo subisce una leggera contrazione dei posti letto essenzialmente dovuta al trasferimento della chirurgia toracica all’Oncologico; vengono attivate la neonatologia (+10) e l’urologia; vengono potenziate la cardiologia (+8), l’ostetricia e ginecologia (+4), e la pediatria (+6).rnrnNell’area Bari Nord i tre ospedali di base vedono una riduzione dei posti letto: l’ospedale di Corato perde il punto nascita ma vede un potenziamento della chirurgia generale (+14) e della medicina generale (+20); l’ospedale di Molfetta perde i posti letto di cardiologia e di urologia (che si trasferisce al San Paolo); l’ospedale di Terlizzi sviluppa una vocazione per la post acuzie con posti letto dedicati alla lungodegenza e alla riabilitazione funzionale. Analoga dotazione caratterizza l’Ospedale di Triggiano.rnrnNell’area Bari Sud nell’ospedale di Monopoli viene attivata la neonatologia (+6) e viene potenziata la medicina generale; nell’ospedale di Putignano viene disattivata la psichiatria e la ginecologia e attivata la lungodegenza.rnrnLa medicina territorialernrnPer la medicina territoriale saranno investiti invece 404 milioni di euro. “Il piano di riordino – ha illustrato Emiliano – si fonda su un elemento essenziale, e cioè sul rafforzamento della sanità territoriale con un investimento di 404 milioni. Questa sarà un’assoluta priorità. Il piano si fonda anche su un altro elemento, e cioè sul potenziamento della rete di emergenza urgenza che vedrà l’attuazione di un solo criterio: non si può avere un ospedale ovunque ma piuttosto una rete di emergenza urgenza che consenta di raggiungere in tempi rapidi e stretti la struttura ospedaliera migliore per il paziente”.

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