BARI – Il 23enne afgano Hakim Nasiri, accusato dalla Dda di Bari di terrorismo internazionale e residente nel Cara con lo status di protezione sussidiaria riconosciuto il 5 maggio 2016, è stato scarcerato. All’esito dell’interrogatorio di convalida del fermo, avvenuto questa mattina nel carcere durante il quale il 23enne si è avvalso della facoltà di non rispondere, il gip Francesco Agnino ha convalidato il fermo ma ha rigettato la richiesta di applicazione di una misura cautelare per il reato di terrorismo. Secondo il giudice non c’erano i gravi indizi per trattenerlo nel penitenziario barese. Il pm della Dda di Bari, Roberto Rossi, presenterà ricorso contro questa decisione.
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Il selfie con il sindaco Decaro
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Nasiri, che si è presentato in lacrime davanti al giudice, è il ragazzo che fece un selfie con il sindaco Antonio Decaro durante la Marcia degli scalzi dello scorso ottobre. Il gip ha invece riconosciuto i gravi indizi e le esigenze cautelari, convalidando i fermi ed emettendo ordinanza d’arresto per l’afghano 29enne Gulistan Ahmadzai e il pakistano 24enne Zulfikar Amjad fermati l’altro giorno nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Bari sul terrorismo internazionale. Amjad è stato interrogato per rogatoria a Milano. I due sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
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Il suo avvocato: “Un bravo ragazzo”
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L’avvocato Adriano Pallesca è difensore di Hakim Nasiri. “Il mio assistito – ha detto il legale – è del tutto estraneo alla vicenda e vuole chiarire ogni cosa”. Incensurato e per la prima volta in cella, Nasiri – stando a quanto riferito dal legale – si è sentito spaesato e in difficoltà. “Ha pianto molto. Lo conosco da tempo – prosegue l’avvocato – e posso dire che non ha assolutamente un profilo compatibile con i fatti emersi. È una vicenda ingigantita, un abbaglio preso per la semplice foto di una persona con un mitra giocattolo in mano”, commenta ancora. “Sicuramente – prosegue – il gip ha valutato correttamente la questione, ritenendo che non sussistano i presupposti per contestare un reato così grave e tenere in carcere un ragazzo. Tra gli elementi raccolti contro Nasiri non c’era nulla di concreto che lo riconducesse al terrorismo internazionale, solo video e foto che riproducono momenti di svago”.