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Noicattaro, la guardia medica rifiuta la prescrizione di un farmaco, donna finisce in ospedale

Pubblicato da: redazione | Mer, 22 Marzo 2023 - 12:59

La guardia medica rifiuta una prescrizione medica ad una donna che si era appena operata alla testa e che aveva bisogno dei farmaci. La situazione si è aggravata e la donna è finita al Di Venere in codice rosso. La denuncia è stata fatta direttamente al Movimento Cinque Stelle dal figlio della donna.

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La denuncia del figlio

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“Mia madre da diversi anni soffre di cefalea. Lo scorso giugno ha praticato un accesso al Pronto soccorso dell’ospedale di Carbonara dove ha eseguito una tac del cranio che ha mostrato una lesione della regione ipofisaria”, racconta il figlio. La donna è stata quindi operata in Molise, precisamente a Pozzilli in provincia di Isernia, dove c’è un centro specializzato in neurochirurgia.  La donna è stata quindi dimessa il 7 dicembre e gli infermieri si sono dimenticati di dare i farmaci necessari: cortone acetato, minuril e flebocort da iniettare nei casi di estrema disidratazione e di recupero ormonale, in previsione del lungo tragitto per ritornare in Puglia ed in vista del giorno dell’Immacolata e quindi festivo per i medici di base.

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“Nella notte tra il 7/12 e 8/12 – continua la denuncia –  non avendo i suddetti farmaci che le forniscono l’apporto ormonale giornaliero e il controllo dei liquidi corporei, è svenuta sbattendo violentemente la testa contro lo spigolo di un muro – continua il figlio –  abbiamo chiamato il 118 che tempestivamente si è recato a casa, e compresa la situazione, ci ha consigliato di rivolgerci alla guardia medica del Comune di Noicattaro per avere una prescrizione medica ed ottenere attraverso la farmacia di turno non solo il cortone acetato e minuril ma soprattutto il Flebcort che l’avrebbe aiutata sin da subito a star meglio. A questo punto ci siam recati al Comune ( luogo dove adesso è ubicata la sede) alle ore 5:30, e ci siam visti negata la possibilità di ottenere la prescrizione medica, poichè il signore in sede, poteva farle solo alle ore 8:30, rifiutandosi quindi di ascoltare il caso in se e valutare la gravità della situazione”.

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Alle 6 la situazione è peggiorata. La donna è stata portata al Di Venere in codice rosso.

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“Il ricovero – continua il figlio –  è avvenuto in postazioni al limite del legale, in sala d’aspetto in barella il primo giorno, il giorno seguente nella stanza dell’infermeria, causa il sovraffollamento, e perchè non potendosi raffreddare e starnutire per l’intervento da poco affrontato, non poteva stare a contatto con altri pazienti. Altro aspetto fondamentale è stata la mancanza dei farmaci interessati in tutta la struttura ospedaliera, infatti li abbiamo procurati noi per tutta la degenza ospedaliera. Il caso è stato seguito dal primario del Di Venere e dalla sua equipe di medici ed infermieri. Nelle condizioni in cui versa la struttura, e con tante difficoltà, sono riusciti a restituirmi mia madre, a questi va il mio più grande ringraziamento”.

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La denuncia dei Cinque Stelle

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“Questa assurda storia – denuncia il consigliere regionale Mario Conca del Movimento Cinque Stelle –  racchiude in sé molte delle criticità che affliggono il nostro sistema sanitario regionale che non riesce ad essere efficace, tempestivo ed economico. Se la guardia medica avesse assolto con coscienza al lavoro per cui è pagata, avremmo evitato un ricovero costoso, non avremmo fatto rischiare la vita alla signora e oggi non ne starei a parlare. Spero che il direttore generale, che ho informato, possa sollevarlo dall’incarico nelle more che l’h16 in discussione soppianti un servizio dannoso oltre che inutile. Se non fosse stato per la neurochirurgia del Di Venere forse non avremmo potuto raccontare questa storia con distacco, ma qualcuno si è chiesto perché vengono utilizzate le barelle? Sarà perché il reparto è sempre pieno dovendo assolvere ad una funzione imprescindibile e necessaria al bacino d’utenza? Perché, allora, dal piano di riordino ospedaliero è stata invece cassata?”.

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