Un uomo in pericolo che scappa inseguito da una bestia inferocita: è questa una tipica situazione che i nostri antenati avrebbero definito, con un linguaggio moderno, “stressante”. Lo “stress” infatti rappresenta una risposta biologica del nostro corpo e ha una funzione adattiva: in questo caso proteggere dai predatori. Di fronte al pericolo o a una situazione di sfida o minaccia il nostro corpo attiva una serie di risorse per proteggerci, allontanarci o combattere. Ai tempi d’oggi, certo, non viviamo quotidianamente la minaccia di essere mangiati! È più probabile, per esempio, che ci capiti di ritrovarci le mani sudate al primo appuntamento, o che sentiamo battere forte il nostro cuore durante la visione di un film di paura. Ecco. Tutte queste sono le risposte del nostro corpo agli “stressor” ossia tutti quelli stimoli che causano “stress” a cui il sistema nervoso reagisce con una risposta di “attacco o fuga”. Tale meccanismo aumenta i livelli di cortisolo, adrenalina e noradrenalina che innescano una frequenza cardiaca più elevata, la respirazione diventa più rapida, i muscoli diventano tesi, non dormiamo (siamo in stato di allerta): tutti questi fattori ci aiutano a proteggere noi stessi in situazioni pericolose o difficili.
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Cos’è stressante per ognuno di noi? Il lavoro, la famiglia, una situazione economica sfavorevole, una suocera opprimente. Le risposte non saranno mai univoche, ognuno di noi ha delle fonti diverse di stress proprio perché ciò che conta sono i nostri pensieri e le nostre interpretazioni circa gli eventi e le situazioni in cui ci troviamo. Solitamente cerchiamo di monitorare tutto, analizzare minuziosamente ogni situazione per decidere se potrà darci benefici o se invece è pericolosa. Dopo un’attenta analisi se arriviamo alla conclusione che le risorse necessarie per affrontare efficacemente una situazione sono aldilà di quelle che abbiamo a disposizione, diciamo che questa situazione è stressante e reagiamo con la classica risposta allo stress. Diversamente, se riteniamo che le nostre risorse e competenze disponibili sono più che sufficienti per affrontare la situazione non vivremo questa come stressante. Gli elementi principali sono quindi interpretazione e risorse individuali. Avere un bambino è un evento meraviglioso, eppure la paura di non farcela, di non avere le capacità per farlo, può generare stress.
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Quando lo stress diventa pericoloso? Quando diventa cronico. L’esposizione continua alle fonti di stress, e la conseguente razione fisiologica ripetuta sono correlati all’insorgenza di disturbi cardiovascolari come ipertensione, ischemia e infarto. È ipotizzato anche un ruolo dello stress nello sviluppo del cancro, a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie. La ricerca psicosomatica ha dimostrato altre possibili conseguenze come l’insorgere di malattie somatiche: allergie, artrite reumatoide, asma, cefalea, colite, disturbi dermatologici, disturbi gastrointestinali, disturbi cardiovascolari.
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Altre conseguenze: reazioni emotive (irritabilità, ansia, disturbi del sonno, depressione, ipocondria), reazioni cognitive (difficoltà di concentrazione, perdita della memoria, scarsa propensione all’apprendimento), reazioni comportamentali (alcol o tabacco).
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Una cosa è certa: lo stress è correlato alla salute ma non è esterno, non è intorno a noi; dipende dai nostri processi di valutazione. Se ci impegnassimo a pensare positivo potremmo ridurre, almeno un minimo i livelli di stress e questo potrebbe farci star meglio non solo oggi ma anche domani e fra diversi anni.