“Mi preoccupa questa piazza”. Apre così il proprio discorso Gianni del Mastro, nel corso della manifestazione ‘Giù le mani dall’energia’ che si è tenuta questa mattina in piazza Libertà per dire ‘no al caro bollette’. Preoccupa perché in piazza erano presenti poco più che un centinaio di persone. Anche se, a detta degli stessi organizzatori, alcuni imprenditori “non possono permettersi di abbassare le serrande soprattutto il sabato e in un momento come questo”.
Ma per Del Mastro, ristoratore della città vecchia nonché promotore della manifestazione: “Questo è un punto di partenza, perché non ci fermeremo”. I commercianti di Bari si sono riuniti per dire “basta alle speculazioni sull’energia”. Sono tutti sul piede di guerra: i continui aumenti stanno mettendo in ginocchio centinaia di persone e di attività. Ed è per questo che è stata indetta la manifestazione di protesta. “La drammatica crisi sociale che sta investendo famiglie ed imprese e più in generale la parte più debole dei lavoratori – spiegano gli organizzatori – rischia di pregiudicare la sopravvivenza di molte categorie lavorative oltre che mettere una seria ipoteca sulle prospettive e sulle legittime aspirazioni delle nuove generazioni”.
“Noi abbiamo un compito storico: far aumentare la sensibilità della gente – precisa Del Mastro – La gente deve sapere che ci stiamo avvicinando al baratro. E non è evitabile. A prescindere dai numeri di questa piazza noi non ci arrendiamo. Sarà un working in progress. Io – continua- sento l’obbligo morale di mobilitarmi, per difendere soprattutto le categorie più povere, come in questo momento i commercianti. Voglio sostenere le piccole aziende. A Bari vecchia ci sono piccole attività che hanno chiuso e stanno chiudendo. Sono con le lacrime agli occhi.
Chiedo – precisa ancora il ristoratore- che questa piazza sia un punto di partenza. Non si illuda chi sta dall’altra parte che la poca presenza oggi sia la dimostrazione che non ce ne frega niente. Non è così. Allargheremo il nostro consenso. Questo è un punto di inizio. Ve lo assicuriamo. Continueremo nei prossimi mesi. Si è detto che ottobre e novembre saranno mesi drammatici e noi non lo permetteremo e non lo permettiamo. Allarghiamo questo consenso abbiamo un compito storico in questo momento: salvare questo Paese. Perché non c è Paese che possa funzionare senza impresa. il tessuto della nostra regione è basato sulle piccole e medie imprese. Facciamoci sentire”.