Ci sono ragazzi da tutta Italia, dal Lazio, dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Campania e dalla Puglia, in particolare da Triggiano, Tricase, Specchia: il numero preciso nessuno lo sa ma sarebbe compreso tra i 160 e i 200. Tutti bloccati a Malta per un focolaio Covid, scoperto al momento del rientro in Italia, in aeroporto.
A raccontarci quanto sta accadendo è Andrea Bova, il padre di uno dei ragazzi bloccati per Covid nell’isola. “Se non ci fossero stati quelli di terapia domiciliare – racconta – non so come avremmo fatto. I ragazzi sono stati lasciati senza alcun tipo di assistenza medica”. Alla scoperta della positività, i ragazzi sono stati distribuiti nei vari alberghi: le famiglie stanno pagando 100 euro al giorno per il pernottamento e la colazione. Pranzo, acqua e resto sono tutti a parte. “Nessun medico è andato – continua – nessuna pulizia viene garantita. Abbiamo organizzato una manifestazione venerdì davanti alla Farnesina per chiedere l’intervento del Governo italiano, fino ad ora assente: i ragazzi devono rientrare in Italia e venire assistiti qui”.
I genitori hanno inviato persino i termometri. “I medici di Malta non sono intervenuti – spiega ancora – nessuno misura la temperatura cosa che dovrebbero fare ogni giorno. Sono minori ma nessuno li sta tutelando”. I ragazzi dovranno attendere fino al 26 luglio, giorno in cui sarà effettuato un secondo tampone molecolare. “Chiediamo un aereo speciale per loro – conclude Bova – ma nessuno ci dà risposte, nessuno ci ascolta. Invito tutte le famiglie dei ragazzi coinvolti a venire a Roma, anche dalla Puglia: dobbiamo fare sentire forte la nostra voce”.