“Con il livello di rigidità previsto dall’attuale normativa, non potremo certamente riaprire il prossimo 15 giugno”. A parlare è Francesco Santalucia, responsabile del Multicinema Galleria di Bari che, dopo i due mesi di stop alle proiezioni imposte dalla normativa anti-contagio, auspica che l’eventualità della riapertura di cinema e teatri possa fare il paio con una normativa sulla sicurezza più flessibile ma soprattutto sostenibile.
Il riferimento è alle misure imposte dal Decreto Legge dello scorso 17 maggio che, oltre a prevedere l’ormai noto distanziamento sociale all’interno e all’esterno dei locali, conferma l’obbligo per gli spettatori di occupare una poltrona ogni tre, riducendo, di fatto, del 66% la capienza delle sale e i ricavi al botteghino. Numeri che devono rientrare, inoltre, nell’ordine di un massimo di 200 persone per sala, munite di presidi di protezione individuale.
“L’obbligo di utilizzo delle mascherine in sala sarà un ulteriore deterrente per chi vorrà tornare al cinema – prosegue Santalucia, precisando come tali difficoltà gravino su una stagione che, normalmente, prevede un calo fisiologico dei flussi di utenza – ci sono adeguamenti complicati ma necessari, come la sanificazione tra uno spettacolo e l’altro e l’igienizzazione degli impianti di climatizzazione dell’aria, ma altri che sono davvero difficili da sostenere economicamente, come la chiusura dei bar”.
Particolarmente spinoso, infatti, il punto relativo al divieto di consumo e vendita al dettaglio di cibo e bevande in occasione degli eventi e durante lo svolgimento degli spettacoli, che mette ulteriormente a dura prova le economie del settore. “Il bar è uno dei presupposti del cinema – spiega Francesco Rafaschieri, responsabile del multisala Ciaky di Bari – in particolare, i nostri punti bar sono molto piccoli e svolgono un’attività di somministrazione da asporto. Per questo, non permetterne la riapertura è una scelta insensata, in un momento in cui altre attività come bar e ristoranti sono aperte nella medesima modalità”.
Una voce, dunque, che sembra essere condivisa da tutti gli operatori del settore che, riuniti sotto l’ombrello dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, chiedono a gran voce un’evoluzione della normativa in termini di maggiore chiarezza ed elasticità: “La nostra associazione nazionale è in contatto costante con il Mibact – racconta Santalucia – e ci auguriamo che il governo possa ascoltare le nostre istanze e venire incontro agli operatori del settore con misure più sostenibili”.
Un futuro, quello relativo alle sale cinematografiche, che sarà condizionato anche dall’assenza di un vero e proprio calendario di uscite di nuovi titoli da parte dei distributori: “Al momento non abbiamo film, non abbiamo una pianificazione – conclude Santalucia, che precisa – in estate non usciranno nuovi film italiani e, per una vera e propria ripresa, possiamo solo sperare nei titoli che dovrebbero essere distribuiti, a partire dal 15 luglio, dai produttori statunitensi”.