La denuncia di una mamma a Borderline24 in merito ai disservizi del Giovanni XXIII ha fatto davvero molto discutere. La presenza di un solo medico per decine di bimbi all’ospedale Giovanni XXIII, anche in momenti di estrema emergenza come quelli che sta vivendo la Puglia in queste settimane con una incidenza di bimbi malati per influenza di molto superiore alla media nazionale, è una di quelle “prassi” che sia il personale sia le famiglie non accettano più. Abbiamo ricevuto decine di commenti ed email a quell’articolo. Ed una sola parola accomunava tutte le riflessioni che abbiamo raccolto: “Vergogna”.
Una parola che non possiamo che ripetere anche noi: “Vergogna”. Insieme ai medici che sono in affanno e che anche allo Scap (servizio attivato nei prefestivi e festivi) si ritrovano a dover seguire in sei ore anche 40 piccoli pazienti. Insieme alle famiglie che sanno che “all’ospedaletto è meglio non andare perché si esce se va bene dopo sei ore”.
Vi riportiamo solo alcuni commenti, giusto per fare capire a chi di dovere l’entità del problema:
“Un pronto soccorso con 2 medici alle prime armi, tempo di attesa 2 ore e 30 minuti, un termometro a giro per misurare la temperatura ( noi avevamo il nostro), 15 minuti per scrivere una fantomatica terapia e cosa più importante: diagnosi totalmente errata per ben 2 volte! Ma di che stiamo parlando”. “Vergognoso nel 2019 assistiamo a questo malaffare, bimbi che stanno male ora capisco perché ci sono sempre 3 guardie giurate al pronto soccorso, perché la gente è stanca. Emiliano trovi la soluzione migliore: mia figlia 3 ore ferma su una sedia aspettando il suo turno con forti dolori di pancia, vergogna Bari”. Ed ancora: “In quel pronto soccorso ci sono più guardie giurate che medici”.
Ma i problemi non riguardano solo il Giovanni XXIII. Ci hanno segnalato, ad esempio, che al San Paolo, reparto molto apprezzato ma con alcune carenze strutturali, è presente solo una macchina per ossigeno ad alti flussi per i bimbi con gravissima bronchiolite: se il macchinario è in uso ad un paziente, l’altro viene trasferito d’urgenza in un altro ospedale.
Allora ci uniamo anche noi alle proteste delle famiglie. E la politica invece?